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COCA COLA. MANCATO ACCORDO SULLA TRATTATIVA PER PROCEDURA DI MOBILITA’  

In data 1 settembre presso Assolombarda si è tenuto l'incontro per la vertenza sugli esuberi dichiarati dalla Società Coca Cola HBC. Il confronto, dopo una trattativa proseguita per tutta la giornata, si è concluso senza la possibilità di pervenire ad un accordo, dovuto alla indisponibilità dimostrata dalla Società di arrivare ad una intesa che permetta di gestire attraverso l'utilizzo di strumenti non traumatici e condivisi, il problema dei 249 esuberi. Alle richieste avanzate dal Coordinamento dei delegati di FAI-FLAI-UILA e dalle Segreteri Nazionali la Società non ha fornito risposte credibili e convincenti, difatti, pur dichiarando una formale apertura ad una riduzione degli esuberi del 30%, la Direzione aziendale si è rifiutata di fornire i dettagli che ci consentissero di entrare nel merito della riorganizzazione per definire in modo puntuale la nuova struttura di vendita e commerciale che si verrebbe a determinare a livello territoriale. Una dichiarazione che è apparsa evidentemente strumentale anche a fronte del fatto che la Direzione non ha fornito alcuna garanzia credibile che gli incontri da effettuarsi a livello territoriale abbiano un reale ruolo negoziale; - la Società contrariamente a quanto aveva dichiarato nel corso del precedente incontro, ha richiesto di derogare ai criteri di legge, chiedendo di utilizzare in modo esclusivo le esigenze tecnico/organizzative così da avere mano libera nell'identificazione degli esuberi, cosa su cui il Coordinamento aveva già manifestato all'azienda il suo netto dissenso; - la Direzione ha respinto la richiesta di dare priorità alle uscite volontarie per un periodo di tempo apprezzabile, come peraltro era avvenuto in precedenti accordi; - la Direzione non ha fornito alcuna indicazione sugli importi economici da offrire a titolo di incentivo all'esodo; Il Coordinamento, pertanto, ha preso atto della mancanza di volontà di chiudere la trattativa da parte della Coca Cola HBC e quindi ha deciso di rinviare la discussione presso il Ministero per il tentativo di mediazione. FAI-FLAI-UILA, come già annunciato nelle assemblee, oltre a riconfermare lo stato di agitazione, promuoveranno ulteriori momenti di lotta a sostegno della vertenza.

Milano, 3 settembre 2014

RSU COCA COLA / FAI-FLAI-UILA MILANO


Comunicato della Segreteria Nazionale FLAI-CGIL

“Dopo una lunga e serrata trattativa con la Direzione Aziendale di Coca Cola HBC sulla procedura di mobilità avviata il 15 luglio, non è stato raggiunto l’accordo”.

Ne dà notizia una nota della Flai Cgil Nazionale.

“In particolare – spiega Marco Bermani, Segretario Nazionale Flai Cgil – abbiamo riscontrato una chiusura dell’Azienda nell’adottare i criteri previsti dalla legge 223/91 per l’individuazione dei lavoratori da collocare in mobilità. Inoltre l’Azienda seguita a non aver presentato un piano industriale dettagliato e a non fornire risposte adeguate sulla tenuta dei livelli occupazionali, riduzione del numero di esuberi ed il ricorso ad altri ammortizzatori sociali”.

“Nei prossimi giorni – conclude la nota - proseguirà la trattativa presso il Ministero, alla ricerca delle soluzioni più adeguate per i lavoratori. In quella data sono state dichiarate 8 ore di sciopero a sostegno della trattativa”.

Autore : FLAI Milano
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3/09/2014 - 14:16
Comunicato sindacale Coca Cola  

Negli imbottigliamenti di tutta Europa, Coca-Cola sta sferrando continui attacchi ai posti di lavoro, all’equilibrio lavoro-vita privata e ai diritti dei lavoratori, con incessanti richieste di maggiore flessibilità. Tale atteggiamento rivela chiaramente che, nonostante i notevoli profitti finanziari registrati dal sistema Coca-Cola, l'azienda considera come unica forma di riduzione dei costi i tagli dell’organico e un generale deterioramento delle condizioni di lavoro. Questa strategia industriale sta avendo effetti devastanti su numerosi lavoratori europei e può realmente considerarsi come la 'formula segreta' dell’azienda per conseguire gli ambiziosi obiettivi del progetto “Vision 2020”.

In qualità di membri del Gruppo di coordinamento Coca-Cola dell’EFFAT, costituito da delegati sindacali nazionali, rappresentanti sindacali di riferimento e membri dei comitati aziendali nazionali e dei comitati aziendali europei, in rappresentanza della forza lavoro Coca-Cola impiegata in The Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG:

  • Esprimiamo il nostro totale disaccordo per le strategie industriali attuate in Europa dalla direzione Coca-Cola, le cui decisioni aziendali aventi un notevole impatto sui dipendenti sono prese senza un adeguato coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori. Denunciamo con forza l'atteggiamento di questa azienda, così lontano dalla cooperazione più costruttiva cui eravamo abituati diversi anni addietro.

  • Non accettiamo che un gruppo che registra un aumento del 20% nel valore delle sue azioni e che presenta una solidissima situazione finanziaria, possa scegliere di smantellare il suo capitale umano con un attacco senza precedenti ai posti di lavoro e ai diritti dei lavoratori.

  • Non possiamo tollerare che in Coca-Cola il valore per gli azionisti sia l’unico interesse perseguito dalla direzione aziendale: mentre i lavoratori ricevono continue richieste per una maggiore flessibilità e vengono messi nell’impossibilità di provvedere a uno standard di vita dignitoso per sé stessi e le loro famiglie, i massimi dirigenti continuano ad aumentare i propri emolumenti e bonus. Tutto ciò avviene senza garantire la crescita sostenibile del gruppo mediante una politica d’investimento trasparente, ma, piuttosto, tagliando sui costi a detrimento delle condizioni di lavoro di chi davvero produce gli utili.

  • Non possiamo più fidarci di un’azienda che dedica enormi risorse alla cura del suo marchio e della sua reputazione, ma che, allo stesso tempo, non rispetta i diritti e il benessere della sua maggiore risorsa, ovvero i suoi lavoratori, i quali con enormi sforzi giorno dopo giorno fanno di Coca-Cola un prodotto di rinomanza mondiale.

  • Non accettiamo che si prendano decisioni aziendali che comportano processi di ristrutturazione e chiusure di impianti senza tenere conto della sostenibilità e dei potenziali effetti di questi interventi sui lavoratori, le loro famiglie e le comunità nelle quali tali fabbriche sono integrate, e, per di più, senza tenere in considerazione le misure alternative e le controproposte presentate dai sindacati.

  • Esprimiamo la più forte condanna per la violazione dei diritti sindacali. I sindacati devono essere sempre considerati l’interlocutore principale della direzione aziendale. Non solo i Comitati aziendali Europei, ma anche le organizzazioni sindacali devono essere informate e consultate tempestivamente e adeguatamente sulle questioni internazionali, in quanto sono poi quest’ultime che devono occuparsi delle drammatiche conseguenze sociali di strategie industriali senza scrupoli.

  • Esprimiamo la nostra più sentita solidarietà e il nostro solidale sostegno a tutti i colleghi che hanno perso il lavoro a causa di iniziative di ‘produttività’.

Le nostre richieste alla Direzione centrale di Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG

Nel corso degli ultimi anni la strategia aziendale di Coca-Cola ha prodotto effetti devastanti in tutte le aziende imbottigliatrici attive nell’UE e nello Spazio economico europeo (SEE).

Alla luce di questa situazione critica e del disinteresse per una collaborazione costruttiva con il movimento sindacale dimostrato dalla direzione Coca-Cola in Europa, il Gruppo di coordinamento Coca-Cola dell’EFFAT, riunito a Madrid il 20-21 marzo 2014 in rappresentanza della forza lavoro Coca-Cola impiegata presso The Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG, attribuisce un mandato ufficiale all'EFFAT per esprimere le seguenti rivendicazioni:

  • Chiediamo che Coca-Cola apra un dialogo permanente e costruttivo a livello europeo con l'EFFAT, parte sociale europea ufficialmente riconosciuta, e con i sindacati nazionali ad essa affiliati. Chiediamo che siano indette riunioni regolari, con frequenza almeno trimestrale, tra i rappresentanti della Direzione centrale (responsabili delle Risorse umane di tutte le aziende di imbottigliamento attive in Europa e rappresentanti della Direzione di The Coca-Cola Company) e l’EFFAT e i sindacati nazionali ad essa affiliati. Tutte le tematiche che riguardano la forza lavoro europea devono essere trattate e discusse con i sindacati in Europa e non altrove.

  • Chiediamo che Coca-Cola instauri un dialogo a lungo termine con l'EFFAT e i sindacati nazionali affiliati sui temi dell’anticipazione, preparazione e gestione delle ristrutturazioni che hanno luogo in Europa. Esortiamo Coca-Cola a elaborare un piano condiviso per una migliore adattabilità e occupabilità dei lavoratori in Europa, promuovendo l’occupabilità attraverso il potenziamento della formazione continua.

  • Chiediamo che Coca-Cola illustri esaurientemente all'EFFAT e ai sindacati nazionali affiliati ogni proposta di ristrutturazione che interessi i paesi dell’UE e dello SEE, al fine di consentire ai sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori di procedere a una valutazione approfondita e di essere regolarmente consultati, evitando così, o quanto meno mitigando il più possibile, il violento impatto sociale ed economico conseguente alle ristrutturazioni.

  • Chiediamo che Coca-Cola non faccia ricorso agli esuberi e ponga fine all'outsourcing dei nostri posti di lavoro, tenendo in considerazione tutte le misure alternative possibili e le controproposte presentate dai sindacati. A tal proposito, chiediamo che Coca-Cola assuma un ruolo più propositivo a supporto dei dipendenti messi in esubero, per esempio assistendoli nella ricerca di una nuova occupazione.

  • Chiediamo che Coca-Cola ponga fine alle continue richieste di flessibilità sul lavoro che comportano enormi sacrifici per i lavoratori e sono fonte di rischi psicosociali e di stress. La flessibilità mina l’equilibrio lavoro-vita privata e i diritti acquisiti del personale dell’azienda.

  • Chiediamo che Coca-Cola rispetti integralmente i diritti dei sindacati e dei lavoratori e ponga fine a qualsiasi forma di discriminazione personale contro i rappresentanti eletti dai lavoratori. Non tollereremo più queste vergognose violazioni dei diritti fondamentali.

 

Autore : FLAI Milano
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5/05/2014 - 16:25
25 aprile 2014 - Festa della Liberazione  

Scarica anche il programma delle manifestazioni a Milano

L'immagine sopra è di Fogliazza (Gianluca Foglia - www.fogliazza.com) ed è tratta da www.anpi.it

Autore : FLAI Milano
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29/04/2014 - 10:11
Importante vittoria nelle elezioni RSU Perfetti  

Nelle giornate del 9 e 10 aprile si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle R.S.U. alla Perfetti di Lainate (MI).

La lista della FLAI-CGIL ha conseguito un ottimo risultato con 198 voti (pari al 51,56% dei voti) eleggendo 7 delegati su 13. La FAI-CISL ne ha ottenuti 87 (22,66%) ed elegge 3 delegati, la UILA-UIL 40 (10,42%) eleggendo 1 delegato mentre l’UGL 59 (15,36%) con 2 delegati eletti. 

La FLAI-CGIL di Milano esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto, in quanto aumenta il proprio consenso sia in termini di voti che di delegati rispetto alle elezioni avvenute 3 anni fa, mentre tutte le altre liste perdono consenso.

Questo risultato è il frutto del grande lavoro svolto all’interno della fabbrica dai delegati e dall’organizzazione sindacale.

La Segreteria FLAI-CGIL di Milano

Milano, 10 aprile 2014

 

 

Autore : FLAI Milano
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15/04/2014 - 11:04
Legge Stabilità: CGIL CISL UIL proclamano 4 ore di sciopero nazionale.  

Legge Stabilità: CGIL CISL UIL proclamano 4 ore di sciopero nazionale articolate a livello territoriale

Quattro ore di sciopero nazionale di tutte le categorie che saranno articolate a livello territoriale da oggi fino alla metà di novembre. Questa la decisione assunta dai segretari generali di CGIL, CISL e UIL, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, nel corso di una riunione promossa per valutare l'avvio di un percorso di mobilitazione per cambiare il segno della legge di Stabilità.

Una legge, ha detto Camusso al termine della riunione nel corso di una conferenza stampa, che “non determina il cambiamento necessario: il Paese rischia di perdere un'altra volta. Continuiamo ad essere il solo paese in recessione e, soprattutto, continuiamo a perdere il lavoro”. Il segretario generale della CGIL ha ribadito così la necessità di una riduzione fiscale per i lavoratori e per i pensionati, una misura possibile anche a saldi invariati recuperando risorse da una revisione della tassazione sulle rendite finanziarie, e operare per questa via un'operazione di redistribuzione fiscale.

Per questo i sindacati confederali, ha annunciato Camusso, hanno proclamato “quattro ore di sciopero da gestire nei territori e nelle regioni per cambiare segno alla legge di Stabilità e dare le risposte necessarie per far ripartire il Paese”. Parallelamente CGIL, CISL, UIL saranno in campo e faranno pressione sul Parlamento e sulle forze politiche perché vengano introdotte quelle modifiche necessarie durante l'iter parlamentare della ex legge Finanziaria. Una strategia che prevede, hanno fatto sapere i tre leader sindacali, una prima verifica a metà novembre quando le tre confederazioni riuniranno i loro organismi unitari per valutare i risultati ottenuti.

Il tema, come ha precisato Camusso, “non è distinguere tra vincitori e vinti ma come far vincere il Paese. E' chiaro che, se dopo annunci e promesse, la legge di Stabilità è stata confezionata in questo modo, non c'è sufficiente consapevolezza da parte del governo che bisogna cambiare passo”, a partire dal cambiare i termini della politica economica. “Sono cinque anni che si ripetono finanziarie che non danno risposte al Paese”, con il rischio di mantenerlo “in uno stato recessivo. Bisogna avere il coraggio di spostare i pesi. Bisogna fare una scelta politica e decidere da dove far ripartire il Paese”.

Una scelta che, secondo CGIL, CISL, UIL, non può che essere quella di avviare una decisa operazione di redistribuzione del reddito in favore di lavoratori e pensionati.
 

Scarica il Volantino: Cambiare la Legge di Stabilità 2014 - Dagli sprechi e dalle rendite più risorse ai lavoratori e ai pensionati

Autore : FLAI Milano
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23/10/2013 - 10:19
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