Negli imbottigliamenti di tutta Europa, Coca-Cola sta sferrando continui attacchi ai posti di lavoro, all’equilibrio lavoro-vita privata e ai diritti dei lavoratori, con incessanti richieste di maggiore flessibilità. Tale atteggiamento rivela chiaramente che, nonostante i notevoli profitti finanziari registrati dal sistema Coca-Cola, l'azienda considera come unica forma di riduzione dei costi i tagli dell’organico e un generale deterioramento delle condizioni di lavoro. Questa strategia industriale sta avendo effetti devastanti su numerosi lavoratori europei e può realmente considerarsi come la 'formula segreta' dell’azienda per conseguire gli ambiziosi obiettivi del progetto “Vision 2020”.
In qualità di membri del Gruppo di coordinamento Coca-Cola dell’EFFAT, costituito da delegati sindacali nazionali, rappresentanti sindacali di riferimento e membri dei comitati aziendali nazionali e dei comitati aziendali europei, in rappresentanza della forza lavoro Coca-Cola impiegata in The Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG:
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Esprimiamo il nostro totale disaccordo per le strategie industriali attuate in Europa dalla direzione Coca-Cola, le cui decisioni aziendali aventi un notevole impatto sui dipendenti sono prese senza un adeguato coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori. Denunciamo con forza l'atteggiamento di questa azienda, così lontano dalla cooperazione più costruttiva cui eravamo abituati diversi anni addietro.
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Non possiamo tollerare che in Coca-Cola il valore per gli azionisti sia l’unico interesse perseguito dalla direzione aziendale: mentre i lavoratori ricevono continue richieste per una maggiore flessibilità e vengono messi nell’impossibilità di provvedere a uno standard di vita dignitoso per sé stessi e le loro famiglie, i massimi dirigenti continuano ad aumentare i propri emolumenti e bonus. Tutto ciò avviene senza garantire la crescita sostenibile del gruppo mediante una politica d’investimento trasparente, ma, piuttosto, tagliando sui costi a detrimento delle condizioni di lavoro di chi davvero produce gli utili.
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Non possiamo più fidarci di un’azienda che dedica enormi risorse alla cura del suo marchio e della sua reputazione, ma che, allo stesso tempo, non rispetta i diritti e il benessere della sua maggiore risorsa, ovvero i suoi lavoratori, i quali con enormi sforzi giorno dopo giorno fanno di Coca-Cola un prodotto di rinomanza mondiale.
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Non accettiamo che si prendano decisioni aziendali che comportano processi di ristrutturazione e chiusure di impianti senza tenere conto della sostenibilità e dei potenziali effetti di questi interventi sui lavoratori, le loro famiglie e le comunità nelle quali tali fabbriche sono integrate, e, per di più, senza tenere in considerazione le misure alternative e le controproposte presentate dai sindacati.
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Esprimiamo la più forte condanna per la violazione dei diritti sindacali. I sindacati devono essere sempre considerati l’interlocutore principale della direzione aziendale. Non solo i Comitati aziendali Europei, ma anche le organizzazioni sindacali devono essere informate e consultate tempestivamente e adeguatamente sulle questioni internazionali, in quanto sono poi quest’ultime che devono occuparsi delle drammatiche conseguenze sociali di strategie industriali senza scrupoli.
Le nostre richieste alla Direzione centrale di Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG
Nel corso degli ultimi anni la strategia aziendale di Coca-Cola ha prodotto effetti devastanti in tutte le aziende imbottigliatrici attive nell’UE e nello Spazio economico europeo (SEE).
Alla luce di questa situazione critica e del disinteresse per una collaborazione costruttiva con il movimento sindacale dimostrato dalla direzione Coca-Cola in Europa, il Gruppo di coordinamento Coca-Cola dell’EFFAT, riunito a Madrid il 20-21 marzo 2014 in rappresentanza della forza lavoro Coca-Cola impiegata presso The Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG, attribuisce un mandato ufficiale all'EFFAT per esprimere le seguenti rivendicazioni:
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Chiediamo che Coca-Cola apra un dialogo permanente e costruttivo a livello europeo con l'EFFAT, parte sociale europea ufficialmente riconosciuta, e con i sindacati nazionali ad essa affiliati. Chiediamo che siano indette riunioni regolari, con frequenza almeno trimestrale, tra i rappresentanti della Direzione centrale (responsabili delle Risorse umane di tutte le aziende di imbottigliamento attive in Europa e rappresentanti della Direzione di The Coca-Cola Company) e l’EFFAT e i sindacati nazionali ad essa affiliati. Tutte le tematiche che riguardano la forza lavoro europea devono essere trattate e discusse con i sindacati in Europa e non altrove.
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Chiediamo che Coca-Cola instauri un dialogo a lungo termine con l'EFFAT e i sindacati nazionali affiliati sui temi dell’anticipazione, preparazione e gestione delle ristrutturazioni che hanno luogo in Europa. Esortiamo Coca-Cola a elaborare un piano condiviso per una migliore adattabilità e occupabilità dei lavoratori in Europa, promuovendo l’occupabilità attraverso il potenziamento della formazione continua.
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Chiediamo che Coca-Cola illustri esaurientemente all'EFFAT e ai sindacati nazionali affiliati ogni proposta di ristrutturazione che interessi i paesi dell’UE e dello SEE, al fine di consentire ai sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori di procedere a una valutazione approfondita e di essere regolarmente consultati, evitando così, o quanto meno mitigando il più possibile, il violento impatto sociale ed economico conseguente alle ristrutturazioni.
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Chiediamo che Coca-Cola non faccia ricorso agli esuberi e ponga fine all'outsourcing dei nostri posti di lavoro, tenendo in considerazione tutte le misure alternative possibili e le controproposte presentate dai sindacati. A tal proposito, chiediamo che Coca-Cola assuma un ruolo più propositivo a supporto dei dipendenti messi in esubero, per esempio assistendoli nella ricerca di una nuova occupazione.
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