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Notizie :: Sindacali Categoria
Rinnovato il CCNL Operai Agricoli e Florovivaisti  
Rinnovato Ccnl operai agricoli e florovivaisti
È stato sottoscritto questa mattina a Roma, da Fai, Flai e Uila con Confagricoltura, Coldiretti e Cia, il rinnovo del Ccnl degli operai agricoli e florovivaisti con decorrenza 1 gennaio 2014.
Dopo una trattativa non facile e in un contesto di crisi, è stato raggiunto un risultato soddisfacente che coglie elementi fondamentali.
Tra i punti qualificanti di un rinnovo, che interessa oltre un milione di lavoratori e lavoratrici, va evidenziata la parte riguardante l’aumento salariale pari al 3,9% per il biennio 2014-2015, in due tranche da 2,1% e 1,8%. Su una retribuzione media di 1.300 euro mensili si avrà a regime un aumento di circa 50 euro per quattordici mensilità. Si tratta di un risultato importante per la tutela dei redditi che, considerando il contesto di crisi e deflazione, porta un aumento reale nelle tasche dei lavoratori.
Inoltre è stata rafforzata la esigibilità dei Contratti Provinciali di Lavoro. Si prevede anche un percorso a livello regionale che ha l’obiettivo di armonizzare gli inquadramenti dei lavoratori previsti nei Cpl. Sono state definite indicazioni più precise al fine di favorire lo sviluppo della contrattazione legata agli incrementi della produttività aziendale a livello territoriale.
In tema di welfare contrattuale è stato aumentato di un giorno il permesso per i padri in occasione della nascita e adozione dei figli. È stato anche ottenuto un periodo di aspettativa oltre il comporto per i lavoratori affetti da patologie oncologiche. Il rinnovo vede l’inclusione anche dei lavoratori della manutenzione del verde.
 
Per scaricare il testo completo del rinnovo clicca sul download 
Autore : FLAI Milano
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23/10/2014 - 10:46
Coca Cola, quando i profitti non bastano mai  

Nel 2013 Coca Cola ha realizzato in Italia settantadue milioni di utili: una cifra importante, sebbene inferiore rispetto ai profitti raggiunti in passato.

Tanto è bastato per scegliere di darci un taglio, decidendo di comprimere ulteriormente il costo del lavoro. La parola d’ordine è delocalizzare. Gli uffici amministrativi del grande marchio si trovano in Lombardia, tra Milano e Buccinasco, e impiegano 620 persone. Questa estate, l’azienda ha dichiarato 249 esuberi.

Dice Roberto D’Arcangelo, della Flai Cgil di Milano: “Era il 15 luglio, di mattina, e avevamo appena firmato il rinnovo del contratto integrativo aziendale. L’esito era stato positivo, ci sentivamo soddisfatti. Nel pomeriggio ci arriva la comunicazione di mobilità per gli impiegati del reparto commerciale, e la chiusura della sede di Campogalliano, in provincia di Modena. Coca Cola ha avviato una riorganizzazione interna di cui si ostina a non voler svelare le caratteristiche. Ormai, siamo allo scontro duro”.

Così interviene Mariateresa Tinelli, delegata della Flai Cgil di Milano: “I problemi sono cominciati circa sette anni fa, quando siamo passati dal controllo degli americani a quello dei greci. Ovunque osserviamo uguali modalità, la stessa mania di terziarizzare, trasferendo i servizi dove i salari sono più bassi. Il problema va affrontato a livello europeo, non c’è dubbio”. Da quando Coca Cola ha spostato alcuni reparti a Sofia, la qualità del lavoro ne ha fortemente risentito. Non solo perché il personale è diminuito e la mole di impegni è aumentata. “Avere a che fare con i colleghi bulgari non è cosa semplice. Abbiamo metodi di lavoro differenti. Spesso non ci si comprende, è tutto più faticoso e complicato” continua Tinelli. "Quando ha iniziato, trent’anni fa, le nostre aziende pagavano una quota alla Coca Cola Company per poter produrre in Italia. Il legame con il territorio era saldo. Poi le piccole realtà imprenditoriali sono state spazzate vie, e al loro posto sono nati grandi accorpamenti dipendenti dagli Stati Uniti. Le cose sono andate peggiorando poco alla volta. A gettare un’ombra non sono solo le delocalizzazioni, ma anche la prospettiva di una concessione delle attività di vendita ai grossisti. A questo punto, nulla vieterebbe di acquistare la bevanda all’estero, per smerciarla in Italia. I dirigenti che operano nel nostro Paese declinano ogni responsabilità, parlano di strategie decise altrove. Tinelli ha la voce stanca: Come possono conoscere a fondo la nostra realtà? Sono stranieri, rimangono un anno o due e poi vanno via. A noi, non resta che di ricominciare sempre tutto da capo”.

Autore : FLAI Milano
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16/10/2014 - 15:05
COCA COLA. MANCATO ACCORDO SULLA TRATTATIVA PER PROCEDURA DI MOBILITA’  

In data 1 settembre presso Assolombarda si è tenuto l'incontro per la vertenza sugli esuberi dichiarati dalla Società Coca Cola HBC. Il confronto, dopo una trattativa proseguita per tutta la giornata, si è concluso senza la possibilità di pervenire ad un accordo, dovuto alla indisponibilità dimostrata dalla Società di arrivare ad una intesa che permetta di gestire attraverso l'utilizzo di strumenti non traumatici e condivisi, il problema dei 249 esuberi. Alle richieste avanzate dal Coordinamento dei delegati di FAI-FLAI-UILA e dalle Segreteri Nazionali la Società non ha fornito risposte credibili e convincenti, difatti, pur dichiarando una formale apertura ad una riduzione degli esuberi del 30%, la Direzione aziendale si è rifiutata di fornire i dettagli che ci consentissero di entrare nel merito della riorganizzazione per definire in modo puntuale la nuova struttura di vendita e commerciale che si verrebbe a determinare a livello territoriale. Una dichiarazione che è apparsa evidentemente strumentale anche a fronte del fatto che la Direzione non ha fornito alcuna garanzia credibile che gli incontri da effettuarsi a livello territoriale abbiano un reale ruolo negoziale; - la Società contrariamente a quanto aveva dichiarato nel corso del precedente incontro, ha richiesto di derogare ai criteri di legge, chiedendo di utilizzare in modo esclusivo le esigenze tecnico/organizzative così da avere mano libera nell'identificazione degli esuberi, cosa su cui il Coordinamento aveva già manifestato all'azienda il suo netto dissenso; - la Direzione ha respinto la richiesta di dare priorità alle uscite volontarie per un periodo di tempo apprezzabile, come peraltro era avvenuto in precedenti accordi; - la Direzione non ha fornito alcuna indicazione sugli importi economici da offrire a titolo di incentivo all'esodo; Il Coordinamento, pertanto, ha preso atto della mancanza di volontà di chiudere la trattativa da parte della Coca Cola HBC e quindi ha deciso di rinviare la discussione presso il Ministero per il tentativo di mediazione. FAI-FLAI-UILA, come già annunciato nelle assemblee, oltre a riconfermare lo stato di agitazione, promuoveranno ulteriori momenti di lotta a sostegno della vertenza.

Milano, 3 settembre 2014

RSU COCA COLA / FAI-FLAI-UILA MILANO


Comunicato della Segreteria Nazionale FLAI-CGIL

“Dopo una lunga e serrata trattativa con la Direzione Aziendale di Coca Cola HBC sulla procedura di mobilità avviata il 15 luglio, non è stato raggiunto l’accordo”.

Ne dà notizia una nota della Flai Cgil Nazionale.

“In particolare – spiega Marco Bermani, Segretario Nazionale Flai Cgil – abbiamo riscontrato una chiusura dell’Azienda nell’adottare i criteri previsti dalla legge 223/91 per l’individuazione dei lavoratori da collocare in mobilità. Inoltre l’Azienda seguita a non aver presentato un piano industriale dettagliato e a non fornire risposte adeguate sulla tenuta dei livelli occupazionali, riduzione del numero di esuberi ed il ricorso ad altri ammortizzatori sociali”.

“Nei prossimi giorni – conclude la nota - proseguirà la trattativa presso il Ministero, alla ricerca delle soluzioni più adeguate per i lavoratori. In quella data sono state dichiarate 8 ore di sciopero a sostegno della trattativa”.

Autore : FLAI Milano
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3/09/2014 - 14:16
Comunicato sindacale Coca Cola  

Negli imbottigliamenti di tutta Europa, Coca-Cola sta sferrando continui attacchi ai posti di lavoro, all’equilibrio lavoro-vita privata e ai diritti dei lavoratori, con incessanti richieste di maggiore flessibilità. Tale atteggiamento rivela chiaramente che, nonostante i notevoli profitti finanziari registrati dal sistema Coca-Cola, l'azienda considera come unica forma di riduzione dei costi i tagli dell’organico e un generale deterioramento delle condizioni di lavoro. Questa strategia industriale sta avendo effetti devastanti su numerosi lavoratori europei e può realmente considerarsi come la 'formula segreta' dell’azienda per conseguire gli ambiziosi obiettivi del progetto “Vision 2020”.

In qualità di membri del Gruppo di coordinamento Coca-Cola dell’EFFAT, costituito da delegati sindacali nazionali, rappresentanti sindacali di riferimento e membri dei comitati aziendali nazionali e dei comitati aziendali europei, in rappresentanza della forza lavoro Coca-Cola impiegata in The Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG:

  • Esprimiamo il nostro totale disaccordo per le strategie industriali attuate in Europa dalla direzione Coca-Cola, le cui decisioni aziendali aventi un notevole impatto sui dipendenti sono prese senza un adeguato coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori. Denunciamo con forza l'atteggiamento di questa azienda, così lontano dalla cooperazione più costruttiva cui eravamo abituati diversi anni addietro.

  • Non accettiamo che un gruppo che registra un aumento del 20% nel valore delle sue azioni e che presenta una solidissima situazione finanziaria, possa scegliere di smantellare il suo capitale umano con un attacco senza precedenti ai posti di lavoro e ai diritti dei lavoratori.

  • Non possiamo tollerare che in Coca-Cola il valore per gli azionisti sia l’unico interesse perseguito dalla direzione aziendale: mentre i lavoratori ricevono continue richieste per una maggiore flessibilità e vengono messi nell’impossibilità di provvedere a uno standard di vita dignitoso per sé stessi e le loro famiglie, i massimi dirigenti continuano ad aumentare i propri emolumenti e bonus. Tutto ciò avviene senza garantire la crescita sostenibile del gruppo mediante una politica d’investimento trasparente, ma, piuttosto, tagliando sui costi a detrimento delle condizioni di lavoro di chi davvero produce gli utili.

  • Non possiamo più fidarci di un’azienda che dedica enormi risorse alla cura del suo marchio e della sua reputazione, ma che, allo stesso tempo, non rispetta i diritti e il benessere della sua maggiore risorsa, ovvero i suoi lavoratori, i quali con enormi sforzi giorno dopo giorno fanno di Coca-Cola un prodotto di rinomanza mondiale.

  • Non accettiamo che si prendano decisioni aziendali che comportano processi di ristrutturazione e chiusure di impianti senza tenere conto della sostenibilità e dei potenziali effetti di questi interventi sui lavoratori, le loro famiglie e le comunità nelle quali tali fabbriche sono integrate, e, per di più, senza tenere in considerazione le misure alternative e le controproposte presentate dai sindacati.

  • Esprimiamo la più forte condanna per la violazione dei diritti sindacali. I sindacati devono essere sempre considerati l’interlocutore principale della direzione aziendale. Non solo i Comitati aziendali Europei, ma anche le organizzazioni sindacali devono essere informate e consultate tempestivamente e adeguatamente sulle questioni internazionali, in quanto sono poi quest’ultime che devono occuparsi delle drammatiche conseguenze sociali di strategie industriali senza scrupoli.

  • Esprimiamo la nostra più sentita solidarietà e il nostro solidale sostegno a tutti i colleghi che hanno perso il lavoro a causa di iniziative di ‘produttività’.

Le nostre richieste alla Direzione centrale di Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG

Nel corso degli ultimi anni la strategia aziendale di Coca-Cola ha prodotto effetti devastanti in tutte le aziende imbottigliatrici attive nell’UE e nello Spazio economico europeo (SEE).

Alla luce di questa situazione critica e del disinteresse per una collaborazione costruttiva con il movimento sindacale dimostrato dalla direzione Coca-Cola in Europa, il Gruppo di coordinamento Coca-Cola dell’EFFAT, riunito a Madrid il 20-21 marzo 2014 in rappresentanza della forza lavoro Coca-Cola impiegata presso The Coca-Cola Company, Coca-Cola Enterprises, Coca-Cola Hellenic Bottling Company, Coca-Cola Iberian Partners e Coca-Cola Erfrischungsgetränke AG, attribuisce un mandato ufficiale all'EFFAT per esprimere le seguenti rivendicazioni:

  • Chiediamo che Coca-Cola apra un dialogo permanente e costruttivo a livello europeo con l'EFFAT, parte sociale europea ufficialmente riconosciuta, e con i sindacati nazionali ad essa affiliati. Chiediamo che siano indette riunioni regolari, con frequenza almeno trimestrale, tra i rappresentanti della Direzione centrale (responsabili delle Risorse umane di tutte le aziende di imbottigliamento attive in Europa e rappresentanti della Direzione di The Coca-Cola Company) e l’EFFAT e i sindacati nazionali ad essa affiliati. Tutte le tematiche che riguardano la forza lavoro europea devono essere trattate e discusse con i sindacati in Europa e non altrove.

  • Chiediamo che Coca-Cola instauri un dialogo a lungo termine con l'EFFAT e i sindacati nazionali affiliati sui temi dell’anticipazione, preparazione e gestione delle ristrutturazioni che hanno luogo in Europa. Esortiamo Coca-Cola a elaborare un piano condiviso per una migliore adattabilità e occupabilità dei lavoratori in Europa, promuovendo l’occupabilità attraverso il potenziamento della formazione continua.

  • Chiediamo che Coca-Cola illustri esaurientemente all'EFFAT e ai sindacati nazionali affiliati ogni proposta di ristrutturazione che interessi i paesi dell’UE e dello SEE, al fine di consentire ai sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori di procedere a una valutazione approfondita e di essere regolarmente consultati, evitando così, o quanto meno mitigando il più possibile, il violento impatto sociale ed economico conseguente alle ristrutturazioni.

  • Chiediamo che Coca-Cola non faccia ricorso agli esuberi e ponga fine all'outsourcing dei nostri posti di lavoro, tenendo in considerazione tutte le misure alternative possibili e le controproposte presentate dai sindacati. A tal proposito, chiediamo che Coca-Cola assuma un ruolo più propositivo a supporto dei dipendenti messi in esubero, per esempio assistendoli nella ricerca di una nuova occupazione.

  • Chiediamo che Coca-Cola ponga fine alle continue richieste di flessibilità sul lavoro che comportano enormi sacrifici per i lavoratori e sono fonte di rischi psicosociali e di stress. La flessibilità mina l’equilibrio lavoro-vita privata e i diritti acquisiti del personale dell’azienda.

  • Chiediamo che Coca-Cola rispetti integralmente i diritti dei sindacati e dei lavoratori e ponga fine a qualsiasi forma di discriminazione personale contro i rappresentanti eletti dai lavoratori. Non tollereremo più queste vergognose violazioni dei diritti fondamentali.

 

Autore : FLAI Milano
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5/05/2014 - 16:25
Importante vittoria nelle elezioni RSU Perfetti  

Nelle giornate del 9 e 10 aprile si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle R.S.U. alla Perfetti di Lainate (MI).

La lista della FLAI-CGIL ha conseguito un ottimo risultato con 198 voti (pari al 51,56% dei voti) eleggendo 7 delegati su 13. La FAI-CISL ne ha ottenuti 87 (22,66%) ed elegge 3 delegati, la UILA-UIL 40 (10,42%) eleggendo 1 delegato mentre l’UGL 59 (15,36%) con 2 delegati eletti. 

La FLAI-CGIL di Milano esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto, in quanto aumenta il proprio consenso sia in termini di voti che di delegati rispetto alle elezioni avvenute 3 anni fa, mentre tutte le altre liste perdono consenso.

Questo risultato è il frutto del grande lavoro svolto all’interno della fabbrica dai delegati e dall’organizzazione sindacale.

La Segreteria FLAI-CGIL di Milano

Milano, 10 aprile 2014

 

 

Autore : FLAI Milano
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15/04/2014 - 11:04
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Sandro Pertini
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